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Immagine del redattoreAntonio Caruso

ADATTAMENTI ALL' ATTIVITA' CONTRO RESISTENZA

E' essenziale comprendere che il nostro organismo ha la capacità di adattarsi alle varie situazioni, che noi stessi proponiamo o che l'ambiente esterno ci presenta. Gli adattamenti anatomici, fisiologici e neurali prodotti dall'allenamento contro resistenza ci aiutano a comprendere come questo possa provocare alterazioni a livello delle ossa, dei muscoli e dei tessuti connettivi.

Quando si parla di alterazioni, in questo caso, ci riferiamo ad adattamenti favorevoli che concernono miglioramenti della forza muscolare, delle abilità motorie e dell' ipertrofia, conseguenti ad attività di allenamento contro resistenza, allenamenti della velocità, allenamenti pliometrici etc.



ADATTAMENTI NEURALI

L' allenamento anaerobico è in grado di provocare degli adattamenti a lungo termine nell'intero sistema muscolare, a partire dai centri cerebrali più alti per poi proseguire fino alle singole fibre muscolari. Questo tipo di adattamenti sono essenziali per l'ottimizzazione della prestazione e garantire un adeguato reclutamento delle fibre muscolari e un incremento dell' espressione di forza e potenza muscolare. Gli adattamenti neurali avvengono generalmente prima di qualsiasi cambiamento strutturale. Negli individui non allenati o neofiti è stata dimostrata un incapacità potenziale di attivare con successo tutte le fibre muscolari disponibili. Infatti ricerche condotte su popolazioni non allenate hanno dimostrato l'attivazione del solo 71% del tessuto muscolare durante uno sforzo massimale. Gli adattamenti neurali interesseranno la giunzione neuromuscolare inducendo delle variazioni morfologiche, consentendo un miglioramento delle capacità di trasmissione neurale. Inoltre saranno provocati dei miglioramenti nella risposta riflessa e potenziata l'espressione di forza tramite il riflesso stesso.


ADATTAMENTI MUSCOLARI

Il nostro fisico abbia bisogno del tempo e della costanza per poter raggiungere degli obiettivi. In questo caso ci tocca parlare del processo di supercompensazione: il meccanismo che fa scattare l’allenamento per cui attraverso adeguati stimoli (esercizi) si tende a instaurare l'adattamento-risposta ai carichi e allo stress, ovvero vengono a crearsi i presupposti per resistere nel tempo a stimoli di maggiore entità. Come possiamo vedere dall’immagine, un carico di allenamento, seguito da un riposo ottimale, favorisce degli adattamenti positivi e quindi dei miglioramenti.



Il carico (stimolo dell’allenamento) se sufficientemente elevato provoca un processo di affaticamento che, dopo una sufficiente ed obbligatoria fase di recupero, fa si che le riserve energetiche, la sintesi proteica ed i meccanismi di regolazione non tornino allo stato iniziale precedente al carico, ma ad un livello notevolmente superiore; con conseguente capacita di prestazione più elevata. La famosa ipertrofia muscolare sarà una conseguenza dell'adattamento muscolare agli allenamenti.

Per ipertrofia si intende una crescita globale del muscolo dovuto sia ad un aumento del volume delle cellule (miofibrille); sia ad un aumento del numero di queste, fenomeno chiamato iperplasia. Nel primo caso, l’aumento della dimensione delle miofibrille dipende dalla crescita dei filamenti di actina e miosina. Mentre l’aumento numerico delle miofibrille, sembra essere dovuto alla formazione di una fessura nella zona stessa, come conseguenza di un disequilibrio tra la “banda A” e la “banda I”. Durante l’esercizio, la Banda A si dilata ed i filamenti di actina si posizionano in modo obliquo rispetto all’asse della miofibrilla, esercitando così una trazione sulla zona Z. Questo, sotto l’azione meccanica della contrazione, si lesiona, andando a creare due miofibrille con un sarcomero di eguale lunghezza. Inoltre è stato provato come nel soggetto sedentario ogni fibra sia mediamente circondata da 3 o 4 capillari, che aumentano da 5 a 7 in un soggetto allenato. Il processo di angiogenesi è un ulteriore forma di adattamento all'allenamento.


ADATTAMENTI DEL TESSUTO CONNETTIVO

Osso, tendini, fascia e cartilagine sono esempi di tessuto connettivo. Le forze meccaniche che agiscono su queste strutture successivamente le varie sedute di allenamento contro resistenza causano delle deformazioni di specifiche regioni scheletriche. Ciò è determinato dal fatto che tali forze che agiscono a livello delle inserzioni tendinee nell'osso causano dei piegamenti, compressioni, e torsioni. Questi carichi vann0 a stimolare l'azione degli osteoblasti che andranno a modellare la superficie ossea secernendo molecole collagene che depositandosi tra gli spazi delle cellule ossee ne incrementano la forza stessa dell'osso. Ovviamente questo tipo di processo avverrà a livello del periostio (superficie ossea).

Tendini e legamenti sottoposti a continue sollecitazioni meccaniche andranno in contro ad un processo di crescita. Man mano che si rafforzano, i muscoli esercitano una trazione maggiore sulle inserzioni ossee provocando processi favorevoli alla giunzione osteo-tendinea. Il tessuto connettivo vedrà un aumento nel diametro della fibrilla di collagene, un processo di ipertrofia delle fibre con conseguente aumento del numero di queste.



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